Ricorsi, come muoversi

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Il problema è sorto cinque anni fa, quando il governo Monti rifilò una mazzata agli automobilisti: dal gennaio 2010, per fare ricorso dopo aver preso una multa è obbligatorio versare una tassa di 33 EURO, poi lievitata a 43 EURO (ma se la patente viene sospesa se ne spendono 237).
L’obiettivo? Dissuadere i cittadini dall’opporsi alle sanzioni, alleggerendo così il lavoro dei magistrati.

L’affare s’ingrossa

Il fatto è che non è mai stato chiarito come riavere i 43 EURO versati, se il ricorso viene vinto e la multa annullata. Un problema aggravato, in queste settimane, dalle sconfitte subite di fronte ai giudici di pace da diverse amministrazioni comunali (tra cui quella di Milano) per i verbali notificati ben oltre i 90 giorni dall’infrazione previsti per legge.

Richiesta di risarcimento in due tempi:

  1. Una volta versata la tassa (in banca, in posta o in tabaccheria), nella lettera del ricorso scrivete che, in caso di vittoria, è vostro diritto riottenere i soldi. Citate l’articolo 91 del codice di procedura civile: prevede la facoltà del giudice di disporre il rimborso delle spese sostenute dalla parte che ha vinto.
  2. Indicate l’ente accertatore del quale intendete contestare la multa perchè ingiusta: in pratica, chi vi deve restituire il denaro in caso di vittoria. Lo si individua leggendo il verbale ricevuto a casa. E, di solito, è un comune. Se, invece, vi opponete a un verbale della Polstrada (in autostrada), toccherà al ministero dell’Interno risarcirvi.
  3. Il giudice accoglie il ricorso? In udienza replicate la richiesta di restituzione della tassa. In genere, il magistrato dà l’ok. Tuttavia, le eccezioni non mancano: alcuni giudici, nelle sentenze, compensano le spese processuali (l’automobilista e il comune pagano ciascuno il proprio legale) senza menzionare il rimborso del balzello, a carico del multato. La base è la sentenza 2388 del 2 maggio 2013 del consiglio di stato, soggetta, comunque a più interpretazioni: la maggior parte dei giudici la applica solo all’ambito del processo amministrativo, e non alle multe stradali.

Uno stress via l’altro

  • Dopo che il giudice ha condannato il comune a restituire quanto vi spetta, inviate all’ente una raccomandata con avviso di ricevimento: indicate le modalità di pagamento (versamento sul vostro conto corrente o assegno bancario).
  • Poi ha inizio l’attesa. Che può essere stressante. E si aggiunge alla tensione dovuta al fatto di avere ricevuto ingiustamente una multa, allo stress causato dalla sentenza, dalle ferie o dai permessi chiesti per assentarsi dal lavoro. Tutto ciò è risarcibile?
    Sì, in passato, alcuni giudici di pace hanno riconosciuto un rimborso di 200 EURO. E, all’epoca, non c’era la tassa di 43 EURO…

di: Al Volante Anno 17 n.4 aprile 2015

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